La leggenda del “Bene Comune”

Alcuni di loro avevano già fatto una bella vacanza quinquennale in quella struttura e si erano trovati benissimo, tanto che in quell'arco di tempo qualcuno aveva fatto in modo di far soggiornare lì anche qualche parente.
Da quanto racconta la gente, curiosa e pettegola, una volta entrati in COMUNE non trovarono tutti i comfort che pensavano di trovare, infatti la luce non c'era perché si narra e si racconta che gli abitanti precedenti non avevano pagato le bollette, e la leggenda vuole anche che in quella casa non si ci poteva entrare dentro perché non c'era il pavimento e non si poteva neanche fare pipì perché non c'era un vasino lì!
Mossi da spirito di sacrificio, si sedettero a terra, anche perché non c'erano più sedie, e si riunirono a consesso per risolvere questi problemi.
Uno di loro esclamò: - Non c'è niente da fare, dobbiamo aumentare le tasse.
E in quel momento, leggenda vuole, che qualche lacrima rigò il suo viso a quelle parole.
- Sì, ma quali tasse aumentiamo? - chiese un altro.
Il più noto tra loro prese la parola: - Considerando il periodo congiunturale, mi propongo di presentare al consenso la questione dell'ACQUA “Bene” Comune, e aumentando la percentuale dell'IMU ai sensi della legge 14567 barra bis articolo 5 comma 3, e chi più ne ha più ne metta, induciamo l'incremento dell'addizionale IRPEF per una decrescita felice ed una economia SOSTENIBILE, perché noi siamo per l'ambiente.
Quello seduto vicino alla finestra esclamò: Minchia come parla bene, questo dobbiamo fare!!!
- Sì, sì ha assolutamente ragione - sentenziò un altro.
E con il consenso di UNO e il parere dell'ALTRO così fecero.
Ma sappi, caro lettore, che sono leggende, e alcune volte nelle leggende qualcosa può risultare inventata, ma la maggior parte delle volte, anche se sembrano cose assurde, corrispondono alla verità.